Instabilità e salvezza

Sono giorni precari. I lavori di casa su cui tante speranze abbiamo gettato, non decollano ancora dopo mesi di progetti, paure e attese. Un amico carissimo d’infanzia lascia la moglie dopo 40 anni di matrimonio senza neanche aver tentato di riaddrizzare la barca che sembrava veleggiare ottimamente fino a ieri. Il dolore di lei è il nostro dolore e la nostra angoscia consapevole che nulla sarà come prima. Un altro amico muore giovane senza averlo visitato o potuto consolare. E figlie adottive che disprezzano genitori anziani che hanno dato la vita per loro. E genitori che si ostinano a voler essere salvatori non richiesti e non idonei: bisogna lasciare andare. E nipoti che hanno vissuto un secondo abbandono che fanno tesine per il passaggio alle scuole superiori sull’Instabilità nell’arte, nella musica, nelle scienze, nella letteratura americana. Tutto sembra precario e fragile come la nostra condizione di creature che da sempre non vogliamo accettare. Eppure l’unico ancoraggio è confidare in colui che dorme o sembra dormire. Non basta credere, se rimane un’azione intellettuale. Bisogna credere e confidare. E quando tutto affonda confidare anche senza credere. Il papa, come sempre, anche oggi ha parole efficaci: https://www.youtube.com/watch?v=5Tt5SaA8_8A