Petrini e Ciotti ad Assisi

Eravamo ad Assisi con il nostro Circolo Laudato sì di Acilia-San Francesco per un pellegrinaggio di meditazione sul Cantico delle creature, ospiti della Cittadella che con il suo 79. Corso di studi cristiani ha chiamato a raccolta illustri relatori per un contributo al Sinodo della chiesa italiana proposto e avviato da Papa Francesco a gennaio di quest’anno e che si concluderà con il grande Giubileo del 2025. Non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di ascoltare in un colpo solo due profeti del nostro tempo: Carlo Petrini, fondatore di Slow food, e Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera.

Introdotti da Enzo Salvi, creatore dell’Albero azzurro RAI e redattore di Rocca, da don Antonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate christiana e da Stefania Proietti, giovane sindaca aspirante alla riconferma di Assisi che ha ricordato i 2400 positivi al covid, i 52 morti e il miracolo di una giovane donna morente che ha partorito Giorgia e ha chiesto metodi anticonvenzionali per accogliere i profughi afgani per cui si sono detti disponibili tutti i sindaci italiani.

Enzo Salvi ha ricordato Gino Strada ricevendo scroscianti applausi dalla platea, e la necessità di ascoltare con gli occhi come aveva suggerito in mattinata Eugenio Borgna, invitando alla necessità di fare discernimento su ciò che viene dal basso, dal popolo, come invita a fare il Papa della teologia del popolo, perchè talvolta il popolo è inquinato. In una sua recente intervista a Raniero La Valle gli era stato rammentato di tenere insieme le due salvezze: quella personale che deriva dalla fede nella morte e resurrezione di Gesù Cristo e che sarà piena alla fine dei tempi; e quella comunitaria, che ci obbliga a prenderci cura della casa comune, del mondo, con tutti i suoi problemi e le sue ingiustizie con l’obiettivo di sanarle. E soprattutto in questa seconda salvezza che è possibile incontrare il paradosso di un agnostico che fonda le Comunità Laudato sì e un prete che fonda Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Petrini è stato invitato personalmente dal Papa a partecipare al Sinodo Panamazzonico del 2019. Difronte alla sua obiezione di essere un agnostico il papa gli rispondeva che era un agnostico pio, perchè ha sempre avuto pietas per la Terra Madre. E’ stata un’esperienza straordinaria per contenuti, metodo e organizzazione. Ogni membro poteva parlare solo per 4 minuti e dopo 4 interventi erano obbligatori 4 lunghissimi minuti di silenzio, a sottolineare l’importanza di ascoltarsi. Papa Francesco è stato sempre presente e ha ascoltato tutti. I media occidentali hanno ridotto i temi del sinodo alla discussione sul celibato dei preti, che pure è stato superato a grande maggioranza (230 voti su 280) per attribuire ai capi villaggio le funzioni presbiterali. Ma il papa non ne ha voluto parlare nel documento conclusivo e ha rimandato la decisione alle conferenze episcopali latinoamericane proprio per rimarcare la fondamentalità dei temi dell’ecologia integrale e dell’accoglienza spirituale delle culture indigene. Questo dialogo serrato e accogliente che Petrini ha sperimentato al sinodo panamazzonico deve essere il fondamento del cambiamento anche per il sinodo italiano.

Siamo in una fase di transizione ecologica che Petrini auspica essere una parola significativa e che non faccia la fine di sviluppo sostenibile che troppo spesso è stato frainteso e tradito per continuare a produrre come prima mentre avrebbe dovuto significare la durabilità di un prodotto come hanno intuito meglio i francesi che hanno tradotto sustainable con durable, perchè sustain è il pedale del pianoforte che ne allunga le note. La crisi ecologica in questione non riguarda la Terra, che continuerà a vivere in qualche modo, ma riguarda la sopravvivenza dell’homo sapiens, lui si a rischio estinzione senza interventi sul modo di produrre e di riciclare. A tre secoli dalla prima rivoluzione industriale che pure ha rappresentato un progresso per l’umanità ma poi ha rotto l’equilibrio con l’ambiente è necessario ritrovare questo equilibrio. Per questo l’enciclica Laudato sì è il documento del secolo perchè tiene insieme ecologia ed equità: non esiste ecologia senza equità e non esiste equità senza ecologia. Stiamo balzando allegramente verso il baratro: speriamo di accorgercene in tempo

Don Ciotti ha esordito, rivolgendosi alla sindaca di Assisi, con una richiesta perentoria ai sindaci italiani di votare lo ius soli, perchè non ci si può commuovere (giustamente) per le donne afgane e non vedere le migliaia di ragazzi cresciuti nel nostro paese senza il diritto alla cittadinanza. L’Europa è stata pensata come una casa comune, non solo come una cassa comune. Ha continuato poi, con la sua potente, accorata e viscerale oratoria, come i profeti dell’antico testamento.

A proposito di credenti e non ha ricordato Gino Strada come persona non credente ma credibile, e il Signore ama e benedice chi dona se stesso. Non siamo più gli unici che producono cultura, non siamo più neanche i primi e i migliori. E non bastano più i documenti, ma è urgente l’azione. Ricorda Don Michele Pellegrino, il suo cardinale, che voleva fare un sinodo italiano sul modello di quello olandese che partorì il catechismo ma fu discretamente e fraternamente dissuaso dal grande Paolo VI ad aprire la stagione dei convegni ecclesiali per l’attuazione del Concilio in Italia (Roma 1974, Palermo etc.). E ha ricordato molto don Tonino Bello, un santo a cui non interessava sapere chi sia Dio, ma da che parte sta. Il sinodo della diocesi di Molfetta fu trasformato da Camminare insieme a Insieme per camminare: insieme, alla sequela di Cristo, col passo degli ultimi

Anche il dubbio conduce a Dio. Che senso ha credere nella Resurrezione dei corpi (abbiamo appena celebrato L’Assunta) se poi non ci impegniamo per i corpi martoriati degli ultimi e dei poveri? Dobbiamo avere grandi occhi che cercano nella notte come quelli dell’uccello che è simbolo del Monachesimo. Non dobbiamo fornire parole nuove che contengono risposte vecchie. Anche le mafie hanno cambiato il linguaggio per non essere intercettate, ed utilizzano termini religiosi: il vertice di Cosa Nostra non si chiama più cupola, ma Altare Maggiore. Bisogna fare qualcosa per l’anoressia di senso dei giovani